Nelle strade delle nostre città, tra i grigi edifici e le monotone superfici urbane, esiste un universo di espressione artistica: i graffiti, la street art e i murales. Queste forme d’arte, spesso considerate illegali o vandaliche, nascondono dietro di sé una ricca storia, motivazioni profonde e tecniche sorprendenti. In questo articolo, ci immergeremo nella storia di questo mondo affascinante, esplorando le differenze tra graffiti e street art, le motivazioni che spingono gli artisti a operare in strada, e gli aspetti controversi legati all’illegalità e al vandalismo. Preparati a scoprire un lato inaspettato e colorato delle nostre città, dove l’arte diventa un mezzo di espressione sociale e culturale.
Storia della street art e graffitismo
Il termine street art, abbraccia una vasta gamma di espressioni artistiche che si manifestano negli spazi pubblici, utilizzando una varietà di tecniche che includono bombolette spray, adesivi artistici, arte nomografica, sculture, e altro ancora. La distinzione principale tra arte di strada e graffiti risiede nella tecnica, che non è necessariamente vincolata all’uso di vernice spray, né al soggetto, che non è obbligatoriamente legato allo studio delle lettere. Tuttavia, il punto di contatto tra queste due discipline rimane il luogo di esecuzione e, a volte, alcune modalità di realizzazione, insieme all’origine mediatica del termine (originariamente noto come graffitismo o writing). È importante distinguere l’arte urbana dai graffiti, poiché quest’ultimi rappresentano una categoria a sé stante, sia visivamente che concettualmente, facendo capo alla cultura hip hop.
Le motivazioni che spingono numerosi giovani ad avventurarsi in questo percorso non convenzionale dell’arte sono varie. Per alcuni, è una forma di critica della proprietà privata, una rivendicazione dello spazio pubblico; spesso, nell’arte di strada, si manifesta un dissenso nei confronti della società o della politica. Per altri, è semplicemente un modo per esporre liberamente, senza i vincoli delle gallerie e dei musei; quindi, un modo per promuoversi e agire con piena autonomia. L’arte di strada offre infatti la possibilità di raggiungere un pubblico potenzialmente vasto, spesso molto più ampio di quello di una tradizionale galleria d’arte.
“la street art è rumorosa” (Camillo Langone)
Sebbene sia difficile datare con precisione la nascita del graffiti writing, sappiamo che ha avuto origine nei dintorni di Philadelphia verso la fine degli anni ’60. Uno dei primi “tagger” ricordati nei libri è Julio204, un giovane portoricano di Inwood (Manhattan), che ha iniziato a lasciare la propria firma in giro per la città. Un altro nome spesso associato ai pionieri del movimento è Taki183, che, ispirato da Julio204, ha iniziato a “bombardare” la città di New York con i suoi graffiti.
Differenza Graffiti Writing e Street Art
Il Graffiti Writing, che in italiano è tradotto in graffitismo, ha origine come movimento culturale e forma di espressione sociale, mentre la Street Art rappresenta un’evoluzione di quel movimento, diventando sempre più un servizio realizzabile su commissione. Mentre il writing è considerato un vero e proprio movimento, la Street Art non lo è. Un’altra differenza tra i due movimenti riguarda la terminologia e il modo in cui vengono riconosciuti e chiamati i praticanti: nel Graffiti Writing si parla di “Writer“, mentre nella Street Art si utilizza il termine “Street Artist“. Inoltre, i contesti in cui si sviluppano queste due forme artistiche sono diversi: i writer operano principalmente per strada, spesso di nascosto e solitamente fa parte di una crew (un team); mentre gli street artist solitamente iniziano il loro lavoro in studio, perfezionando le loro tecniche in ambienti sicuri, prima di esporre i loro lavori sui muri, in maniera legale.
Un’altra differenza importante tra street art e graffitismo riguarda due elementi principali: l’uso della bomboletta spray e lo studio della lettera, noto come lettering. Nel graffitismo (o graffiti writing), è comune utilizzare bombolette spray per disegnare il proprio nome o quello della propria crew, modificando la forma delle lettere a piacimento. Questo ha portato alla definizione alternativa di “Aerosol Art”. Nella street art, invece, non c’è questo “obbligo”, e sono ammessi materiali diversi come poster, pennelli e vernice. Inoltre, il soggetto della street art può essere vario, non limitato alle sole scritte, ma includendo anche animali, persone o soggetti astratti.
Writing ed illegalità
Il graffitismo ha avuto origine per strada e nel tempo si è evoluto, passando dalle semplici firme sui muri ai grandi graffiti sui treni. La costante durante il suo sviluppo è stata sempre l’illegalità. I writer si organizzano nelle crew, condividendo gli stessi interessi, valori e ideali, e mirano a ottenere fama e visibilità. Il nome di una crew spesso riflette un motto, un interesse comune o un’appartenenza territoriale. Alcune crew storiche milanesi più note si ricordano: WCA (We can all) e MW (Metro War). Secondo una ricerca condotta dal Nucleo antigraffiti della Polizia locale del Comune di Milano su un campione di 230 writer indagati, il 47% ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, il 5% ha più di 40 anni, e il 70% ha frequentato o sta frequentando scuole di tipo artistico. Altro dato interessante è che il numero di giovani writer, tra i 12 e i 14 anni è aumentato, mentre il ceto sociale delle famiglie di è molto vario.
La firma di un graffitista non è casuale e può essere un’alterazione del proprio nome o cognome, un nomignolo o indicare l’appartenenza territoriale. È anche interessante conoscere le tecniche utilizzate dai writer, alcuni writer alle bombolette spray affiancano anche marker (pennarelli indelebili), rulli, scratching, etching e catrame.
La tecnica del rullo, originaria del Sud America, viene utilizzata per creare tag di grandi dimensioni utilizzando vernice, rulli e aste. L’estintore viene riempito di vernice liquida e utilizzato per eseguire firme anche ad altezze elevate. Lo scratching consiste nel graffiare superfici di vetro o plastica utilizzando oggetti appuntiti, le superfici maggiormente colpite sono i finestrini di mezzi pubblici e di esercizi commerciali. Mentre l’etching prevede l’utilizzo di acido fluoridrico per corrodere vetri e metalli
Perché i writer prendono maggiormente di mira i mezzi di trasporto? Treni, metropolitane e autobus, perché sono obiettivi in movimento e quindi molto visibili. Questo contribuisce notevolmente all’accrescimento della fama del graffitista, poiché le loro opere possono essere viste da un vasto pubblico mentre i mezzi si spostano per la città.
Il writing rappresenta un cuore pulsante dell’Hip Hop, anche se spesso è l’unica attività del movimento a non essere considerata dalla società una vera e propria performance artistica, come lo sono invece il ballo (breakdance), il canto (rap o beatboxing).
Un’analisi oggettiva di un graffiti writing potrebbe portare alla conclusione che si tratta di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, come indicato dall’Art. 639 del codice penale, e quindi di un atto di vandalismo.
Immagina di svegliarti una mattina e trovare un graffito firmato Banksy o un’opera così straordinariamente bella da lasciarti senza fiato. Lo considereresti vandalismo? Questa domanda costituisce il fulcro del dibattito che riguarda se il graffitismo debba essere riconosciuto come forma d’arte o meno. Questa domanda costituisce il fulcro del dibattito che riguarda se il graffitismo debba essere riconosciuto come forma d’arte o meno.
“Ciò che facciamo in vita riecheggia per l’Eternità.” (Banksy)
La questione fondamentale è se il graffiti è stato creato legalmente, con il consenso del proprietario del muro su cui è stato realizzato. In tal caso, viene generalmente considerato arte. Inoltre, se l’artista è molto influente e mediaticamente riconosciuto, la sua opera potrebbe essere vista più come un’espressione artistica che come un atto vandalico.